martedì 2 settembre 2014

siamo andati fin lassù, nelle terre dei Gaeli




che poi capita che parti per un viaggio così e ti prepari minuziosamente un tragitto, posti da vedere.
ti organizzi con l'abbigliamento, vario, dal freddo artico al caldo tropicale, che non si sa mai.
svaligi la farmacia e ti senti pronta ad affrontare pure la peste bubbonica (che sai poi all'estero magari non trovo na farmacia o non riesco a spiegarmi con la guardia medica di turno)
leggi tutti i possibili siti, blog, pagine e newsletter varie sul paese dove passerai i prossimi 15 giorni.
guardi foto, compri guide. insomma, ti prepari. ti senti pronta a tutto, quasi il viaggio lo avessi già percorso. e parti.

il caso e la fortuna però vogliono che un posto così riesca a sorprenderti ugualmente, nonostante tu provi ad incasellarlo entro la tua ostinata razionalità. ti spettina i capelli e le idee.
e ti lascia senza parole, senza fiato. punto.

non sono una gran paesaggista, e le mie foto non rendono giustizia al luogo.
ma a mio avviso la Scozia non si lascia incasellare dentro una stampa 13x18. quel luogo è molto di più.
è il vento che ti scompiglia i capelli e ti fa lacrimare gli occhi.
sono le urla dei gabbiani che veleggiano oltre la scogliera.
sono i sassi che sembran foche, ma che se guardi bene, son foche per davvero.
la Scozia sono i mille arcobaleni che escono dopo la pioggia, ed è la pioggia che arriva puntuale, anche se il cielo ancora sembra sereno.
sono i laghi che si susseguono ininterrottamente.
sono i colori, soprattutto i colori.
il verde scuro, vivo, degli arbusti che non superano il metro.
le sfumature violacee dell'erica che cresce ovunque.
il bianco delle pecore dalla faccia nera. il bianco delle nuvole, che a volte però sono anche nere o grigio scuro. il bianco delle onde quando esplodono sugli scogli.
il blu del cielo. il blu scuro e impenetrabile del mare.
il giallo della luce, quando il cielo si apre appena un po', e illumina porzioni di colline.
il rosso delle mucche dalle lunghe corna e la frangetta, che sono così hipster.
il colore dell'acqua dei ruscelli, che è di un particolarissimo color the. perchè in Scozia non è trasparente l'acqua 'torbata' dei  torrenti. e io la adoravo.


la Scozia, per noi, è stata silenzio, pace e calma. ma anche corse sulle spiagge e risate sulle barche.

si arriva nelle highland e di colpo si rallenta.
ti adatti al ritmo, lento e dolce, di terre che sono selvagge e sembrano inospitali. ma non lo sono. vogliono solo rispetto. loro ti accolgono a patto che tu sappia stare alle loro regole.
vento, onde.. silenzio. vento, onde.. silenzio.

la Scozia è cortesia. quella degli abitanti di quelle terre lontane, che non mancano di salutarti nemmeno se passi veloce, col tuo fare frenetico tipico del turista.
quella degli animali che si scansano per lasciarti passare quando sono in mezzo alla strada. perché anche se sostano su una strada asfaltata, lì l'ospite sei tu, e loro ti lasciano il passo.

ho tante immagini di questo viaggio. digitali, che finirò di guardare e sistemare chissà quando, ma soprattutto nitide e già ordinate nella mia testa.

sono partita con la voglia di ritrovare un luogo che stava lentamente svanendo nei miei ricordi di bambina, ma che ero certa non ci avrebbe deluso.
sono tornata con la consapevolezza che io appartengo a luoghi poco affollati, aspri e ventosi.
e che la fame di mondo, di vedere e di conoscere, è contagiosa come la risata di un bambino :)